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martedì 4 agosto 2020

Mediacom M-SB130 cerniere ko

Dai, non dite che non vi avevo avvisati. Dopo una prima "riparazione" presso un centro assistenza, selezionato dopo averne girato almeno altri 4 (tutti bocciati, maledetti peracottari incapaci), dopo aver usato questo ciòttolo, da due anni ad oggi solo 4 o 5 volte, dopo essermi accorto che il microfono non funziona nonostante la sostituzione della mother board che non si riusciva a far funzionare a dovere (si accendeva ma per far apparire la schermata occorreva chiudere il coperchio, aprirlo, attendere lo standby, richiudere e riaprire), dopo queste "piccole magagne" ecco la sorpresa: le cerinere indurite. Aprendo il coperchio, la plastichetta di m*rda con cui sono costruiti, sottilissima, fragilissima...crack!!! si rompe inevitabilmente nei punti critici e gli inserti in ottone dove "mordono" le viti, saltano via come niente fosse.
Ecco, uno "smartbook" (smart per modo di dire) praticamente nuovo, usato davvero pochissimo (un paio di volte all'anno solo per aggiornarlo), si rompe. Vale la pena di portarlo in assistenza again? NO! stavolta no. Rischio di vedermi consegnare un preventivo per sostituire le cerniere, il coperchio, il guscio inferiore (ammesso siano tutte parti di ricambio per cui è prevista la sostituzione), ad una cifra assurda a cui aggiungere almeno 80  euri di "diritto di chiamata"...oppure di sentire il solito mantra "...conviene buttarlo..." conviene a te, deficicente!... andatevene affanchiulo!.
Allora? lo sbudello e vendo le parti sperando che qualche vittima decida di tenerselo e ripararlo? Probabilità stimata di trovare un soggetto disponibile: 0,001% Boh... forse, vedremo. Intanto prevale la mia innata e mai soddisfatta voglia di aggiustare l'aggiustabile, casi disperati compresi. Di buttarlo, no, direi di no, anche se mi verrebbe davvero voglia di un atto liberatorio, tipo il lancio dal terrazzo del decimo piano con tanto di filmato virale. Così decido di smontarlo con a corollario le giustificabilissime bestemmie in una lingua sconosciuta. Già perchè, oltre ai materiali, anche l'assemblaggio è una vera m*rda.
Per togliere le cerniere occorre togliere il bezel frontale tenuto da 4 viti microscopiche (che non si sa come facciano a tenere) nascoste da dei micro gommini adesivi da far saltare con una lametta (e scordatevi di rimetterli).
Poi occorre togliere la parte inferiore (la base) facendo attenzione che le viti non sono tutte uguali, le 4 davanti sono più corte. Poi occorre scollegare la batteria e poi il connettore dello schermo lcd. Poi le 4 viti che tengono le cerniere sulla base e solo così si riesce a togliere il bezel frontale (la cornicetta nera che copre i bordi dello schermo).
Così si nota che la cerniera sinistra è saltata, mangiucchiando le sedi degli inserti in ottone. La cerniera destra invece è "molle", segno che stava per saltare anche lei. Le cerniere sono durissime da muovere a mano... che faccio..., le lubrifico con lo svitol?? Ne cerco un paio di usate? A 9/10 euro l'una non ne vale la pena... svitol/WD40 e vediamo che succede. Ma come le fisso alla base dato che le sedi per le vitine sono praticamente andate??
Ci sono tre scuole di pensiero (principalmente)
  • Termocolla
  • Bicarbonato di sodio e colla istantanea cianoacrilica
  • Epossidica bicomponente (metallo liquido)
Un altra, molto steampunk, prevede l'installazione di cerniere esterne, quelle da portelline dei mobili... in casi estremi, estremi rimedi ma per ora non siamo così disperati.
Tutte le "soluzioni" indicate hanno dei pro e contro. In comune la difficoltà di mettere la colla solo dove si vorrebbe (e sperare tenga a lungo). La soluzione con il bicarbonato pare funzionare, ma è un tipo di incollaggio molto rigido (come l'epossidica). Al contrario la termocolla mantiene una certa flessibilità in grado di assorbire gli sforzi ed evitare che la plastichetta si rompa in altri punti meno rigidi della colla dura.
Io?? Termocolla, è una soluzione che mi pare sensata (al limite combinata con le altre ma si deve valutare caso per caso).
Con un getto di aria calda si cola la colla termica nelle sedi e si cerca di affogare la cerniera in modo che risulti ben salda nella sua sede, al suo posto, che la tolleranza di montaggio è davvero minima. Si può far colare la termocolla dove c'è spazio anche per allargare la base di fissaggio ed irrobustire l'assemblaggio. L'ho già fatto in altri portatili e sembra funzionare. E' sufficientemente rigida ed elastica allo stesso tempo, per supportare l'inevitabile sforzo dovuto alla naturale rigidità delle cerniere. Volendo la termocolla può sostituire le viti.  L'unico neo è che sotto la cerniera sinistra passa il cavo della webcam che non andrebbe affogato nella termocolla altrimenti un domani se lo si vuole recuperare... meglio ricoprirlo con del pongo o della plastilina morbida o con del nastro adesivo, giusto nella scanalatura altrimenti poi la termocolla non tiene abbastanza. Poi occorre stare attenti a non mettere troppa colla, altrimenti il coperchio non si chiuderà più o la cornice non resterà al suo posto. Al limite ammorbidire, avvicinare le parti sperando che la colla si modelli per bene... Con un soffiatore ad aria calda poi c'è il pericolo di colare il coperchio di plastica... occorre in ogni caso esperienza, manualità, ingegno, predisposizione al rischio di rompere qualcosa senza traumi post-intervento. Probabilità di successo stimata per un risultato professionale: 20 - 40% per i neofiti, 80%- 90% per i professionisti... mai al 100% ovviamente, qualche gancetto non si aggancerà, qualche vite resterà fuori inutilizzata o dimenticata, è inevitabile. 
Di sicuro il risultato sarà quello di un portatile dall'aspetto post atomico, uscito da un conflitto nucleare, non certo una riparazione professionale e nemmeno da esibire dai clienti... a meno di non fare la figura del barbone. Ma del resto se non lo riparassi, non mi divertirei, per cui... maledetto smartbook (??), ti concedo un altra possibilità con a corredo una FATWA forever!!... Alla prossima.  

Aggiornamento 2.11.2020 - c'era da aspettarselo! Quando si affogano le cerniere nella termocolla, assicurarsi di farlo da entrambe le parti. Se si riparano solo quelle lato schermo, è inevitabile che lo sforzo si accentui anche sul lato base che tenderà ovviamente a piegarsi sino al limite di rottura. Stavolta sono intervenuto in tempo evitando che il contenitore si rompesse del tutto. Solo che dato lo spazio esiguo, mi sa che ho bloccato anche la tastiera ed alcune schede. Se occorrerà ripararle mi sa che non si potrà, ma del resto... magari stavolta veramente faccio fare il volo dalla finestra se si rompe ancora. Mediacom... ri-FATWA forever!!

Aggiornamento 4.11.2020 No, non ci siamo. Anche bloccando le cerniere, sono talmente indurite che il contenitore del portatile si spacca, troppo sforzo, la termocolla resta un pò flessibile e si piega per assecondare delle cerniere troppo indurite!. Su ebai le si trovano oggi a 10 euri cadauna...tot 20 euro da spendere per un ciòttolo ignobile, manco morto. Testardo al limite del ridicolo, non mi arrendo, mai! nemmeno di fronte all'evidenza. Decido così di togliere tutta l'elettronica interna e rifarmi un contenitore di legno, sì di legno. Un paio di tavolette che recupero dal "tapìrulan" che ho smontato, le scavo e le sagomo con pazienza, ci rimetto dentro l'hardware e la finiamo una volta per tutte con un Mediacom M-SB130 fragile, troppo fragile per un normale uso quotidiano. Magari può andare bene per i dementi che usano faccialibro un paio di volte alla settimana, ma per un uso leggermente superiore, questo modello è proprio una vera ed autentica ciofeca, mal progettata al risparmio. Fortuna che è stata un intecettazione verso la discarica, per cui non ci ho speso nulla a parte la mother board (ciòttolosa pure quella, è vero).  Al lavoro allora, alla fine vinco io stavolta.


P.S. La mamma è al negozio e babbo non torna presto. Ripeto: La mamma è al negozio e babbo non torna presto.

mercoledì 19 ottobre 2016

Pulizia Compaq CQ60-302SL

Mi viene sempre da sorridere quando il solito utonto si lamenta del proprio portatile che è "diventato lento", le ha provate tutte ma è lento, lento, lento... non è il PC che diventa lento, sono i programmi ed i sistemi operativi che diventano sempre più "pesanti", a volte in modo ingiustificato per i reali benefici e specialmente con winzozz. Digressioni a parte, quale migliore occasione per consigliare di passare a linux? Si ok, proviamoci. Dopo un paio di anni di utilizzo, anche linux sembra diventato lento, assieme ad altri problemi che sembrano originati dallo stesso pensiero: il computer è troppo vecchio. Complice la tendenza a consumare a cazzo, desiderare il nuovo, adeguarsi alle mode come delle pecore senza cervello, desiderare il modello piatto e leggero solo per sfoggiarlo con gli amici.... si insinua la convinzione che il vecchio è da buttare irrimediabilmente. L'utonto segue questo filone logico da sempre, anche su generi di "consumo" meno tecnologici. Il "progresso" tecnologico in particolare ha ormai indotto l'idea che l'hardware sia da rinnovare almeno ogni sei mesi o al massimo un paio di anni per quello più costoso. E' una follia, almeno o sicuramente in parte. 
Fatto sta che l'occasione è maggiormente ghiotta... "...se hai deciso di buttarlo, dallo a me che magari può essere utile per chi non ha le stesse esigenze tue...". 
E così ci si ritrova per le mani della tecnologia avanzata (avanzata dagli altri), gratis, che comunque richiede un minimo di "manutenzione". 
Questo modello di portatile è un monoprocessore, una lumaca rispetto ad un 8 core. Ma, è tenuto perfettamente, non ha un graffio, sembra nuovo, le prese usb sono integre e lo slot di memoria delle schedine SD è praticamente mai usato. Non merita certo la rottamazione. Dopo una bella formattata ed installazione di una distro leggera (Lubuntu) ha ancora un piccolo problemino... dopo appena 3 minuti dall'accensione, la ventola inizia a soffiare come un gatto incazzato e non accenna a fermarsi. Segno evidente che con il tempo la polvere ed i pelucchi atmosferici si sono andati ad accumulare nel passaggio della aria che raffredda il processore. 
Smontare questo modello per accedere alla ventola è un vero delirio, non alla portata di certi utonti. Occorre infatti ridurlo ai mini termini, per arrivare alla mother board che andrà anch'essa rimossa. La griglia di raffreddamento si trova infatti sotto ed il percorso dell'aria non è a mio avviso ottimizzato per un adeguata ventilazione. Sembra che per risparmiare sulle dimensioni finali abbiano buttato lì i vari componenti. L'altoparlante destro è infatti proprio a ridosso della griglia di dissipazione e limita un pò il percorso dell'aria. La plastichetta esterna non è proprio di ottima qualità se arriva a deformarsi solo con il calore dell'aria espulsa. Il processore si trova a sandwich proprio al centro del suo contenitore e la pipe heat in rame è lunghissima per arrivare verso un punto esterno. Altre pecche progettuali non fanno di questo modello il massimo se consideriamo anche la posizione del jack di alimentazione e la presa di rete poste lateralmente, che con i cavi attaccati è un attimo poggiarci sopra del peso e rischiare di rompere qualcosa. La pipe heat inoltre dissipa la CPU nel punto più lontano ed anche una merdosissima Nvidia (viedo) posta vicino al processore... a mio avviso meritava una posizione diversa con un dissipatore dedicato. Infatti, quando la temperatura raggiunge livelli di soglia, si nota un fastidiosissimo flichering dello schermo che si annerisce improvvisamente lampeggiando come una giostra di sagra paesana, solo a guardare un video su iutùb... la Nvidia va in tilt con l'alta temperatura, #sapevatelo.
Per lo smontaggio... minimo trenta minuti a fare le cose per bene, catalogando le viti con cura (non sono tutte uguali) e riponendole nei contenitori a scomparti per evitare di perderne qualcuna (il vostro ottico di fiducia ne avrà sicuramente una tonnellata da buttare). In rete le istruzioni di smontaggio abbondano. Alla fine, tolta la lanugine dalla griglia ed abbondato con la pasta dissipante il processore e chip grafico (conviene sempre rinnovarla) si rimonta il tutto e si collauda. Stavolta è andato tutto alla perfezione: viti avanzate ZERO! un record!
Il computer non soffia più, ottimo lavoro, sono soddisfatto. Ora è tempo di pulirne un altro, procedo. 
Alla prossima. 

P.S. Vento caldo soffia da ovest. Ripeto: Vento caldo soffia da ovest.

domenica 26 febbraio 2012

Acer 5620 - riparato

Bene, sono il "felice" possessore di un "nuovo" portatile salvato dall'ingloriosa fine della triturazione da discarica ed il pianeta ringrazia. Sono riuscito a trovare uno schermo LCD a 35 euro, anche se graffiato, perfettamente funzionante (grazie Luca). Una breve trasferta all'uscita dell'autostrada, un rapido scambio e una gitarella in collina per festeggiare, poi il rientro ed il montaggio. Alla prima accensione il sistema si avvia e...ORRORE!!... compare il logo maledetto e la schermata di login maledetta di quel sistema "operativo" maledetto che non voglio nemmeno nominare da quanto porta sfiga, si sappia solo che fa riferimento alle capacità del tipo "home basic". Il maledetto sistema pensa che io sia un certo Marco, e mi chiede la password. Non ce l'ho e non mi chiamo marco. 
Provo con il nome utente, provo a digitare il nome utente al contrario, niente.... poi leggo sotto la casellina di input la scritta "Suggerimento password: 1". Digito 1 ed il sistema si avvia normalmente con la sua nota lentezza pachidermica. Oiboh! vuoi che il Marco abbia impostato una password così banale? Pare di si. 
Il sistema inizia a sbatacchiare il disco, tra mille finestre di avviso, aggiorna questo e quello, compra questo e quello...poi tocca a "giava", l'aggiornamento si blocca e sullo schermo compaiono delle righe verticali...caxo! vuoi vedere che l'LCD non va??. spengo e il computer si rifiuta di riaccendersi, niente, morto...oddio!! che succede?? penso già di farlo a pezzi e venderlo per recuperare le spese. Poi un intuizione, ricordo di migliaia di riti sciamanici di quand'ero tecnico sistemista nel periodo d'oro. apro il fondo, rimuovo e reinstallo i moduli di memoria, richiudo e riaccendo....riparte!! Tutto ok. 
Mi rendo conto che urge una bella formattata per togliere chissà quale Virus e mille schifezze inutili che rallentano all'inverosimile un bi processore con un giga di ram, tre partizioni di cui due inutilizzabili per l'utente e l'ultima piena al 70% di m*rda inutile. Decido di scaricare una Lubuntu, pachettizata appositamente per PC poco performanti. La installo ed il portatile riacquisisce una nuova identità ed una nuova vita. Si sentirà sicuramente meglio, come quando ti tolgono il gesso alle gambe dopo delle fratture, o come guarire dall'artrosi, per non dire del cancro. 
La macchina si comporta egregiamente, anche se sente la mancanza di una webcam integrata e della scheda bluetooth. Ma, vogliamo parlare del vecchio proprietario? Un sadico ignorante che riesce a mandare in frantumi non solo lo schermo ma a distruggere anche la presa degli auricolari, lo slot interno per le memorie SD, il case ridotto ad un porcile ed altri danni minori che denotano una scarsa attenzione all'uso. Credo che il Marco abbia avuto un tale atteggiamento addossando alla macchina la responsabilità della sua lentezza..strano come mai non se la prendano con quella m*erda di sistema "operativo" che non voglio nemmeno nominare. Forse perchè la macchina è un oggetto fisico più facile da distruggere di un software di m*rda, anche se sarebbe più logico e saggio cambiare software e permettere alla macchina di fare il proprio lavoro (il che prova che il Marco è un deficiente). Vabbè, anche oggi ho avuto la prova che il mondo è popolato da cretini imbecilli, utonti dementi, persone disponibili e dentisti incompetenti. Alla prossima. 

P.S. il blocco di travertino è in arrivo. Ripeto: il blocco di travertino è in arrivo.

martedì 21 febbraio 2012

ACER Extensa 5620

E mi è capitato fra le mani anche questa sottospecie di computer portatile, a cui ridare la dignità di un tempo. Non è un gran computer. Ha un difetto congenito che lo rende di bassa qualità. Il coperchio che alloggia lo schermo LCD (Samsung LTN154XA-L01) sembra fatto di carta, troppo fragile, per cui uno dei maggiori inconvenienti derivanti da un uso poco accorto è la rottura della plastica e, cosa peggiore, dello schermo stesso. D'accordo che comunque i portatili vanno trattati con delicatezza, ma la loro natura è quella di essere trasportati ed i progettisti dovrebbero fare un pò di attenzione nel prevedere un uso sicuramente più aggressivo rispetto alle versioni desktop. Comunque, a parte le prestazioni non proprio esaltanti in termini di velocità complessiva, sicuramente causati anche dal funzionamento del sistema "operativo" preinstallato che non voglio nemmeno nominare, resta pur sempre un bi-processore con wifi, masterizzatore ed altri ammenicoli che possono tornare utili in situazioni di emergenza. 
La sostituzione dello schermo non è particolarmente difficile. Il problema è il prezzo. Lo si trova ad oggi quotato su ebai, nuovo, a cifre da 90 - 160 euro (a volte + spedizione). Troppo. Non ne vale la pena. L'alternativa è acquistarne uno con la mother board guasta e di due farne uno. Un occasione l'avrei anche trovata, a 15 euro, però non viene spedito in italia. Lo so. Causa le figuracce di m*erda in primis (dei B di turno) e corrieri o postini che dematerializzano le consegne, dall'estero verso l'italia i fornitori la merce si rifiutano di spedirla, causa l'altissima probabilità di contestazione per mancata consegna.  In caso di mancata consegna si tende a dare la colpa al fornitore il quale ha un solo modo di difendersi: prevenire i contenziosi rifiutandosi di vendervi qualcosa (causa anche la bassa reputazione di ebai). Così, in un economia che non decolla (chissà mai perchè) anche quando dobbiamo acquistare siamo al palo, bloccati, prigionieri di una pessima reputazione cui personalmente non ho contribuito. Grazie davvero a tutti i disonesti. Quindi dovrei pagare uno schermo che già si trova entro i confini di questa repubblica delle banane, pagandolo una cifra stratosferica con l'illusione di rilanciare l'economia... ma che sistema è mai questo? Mi spiace. Continuo a cercare, fiducioso che i miei risparmi guadagnati onestamente siano più meritati da chi invece lavora onestamente in un paese straniero, non certo quello in cui vivete voi, poveri "itagliani".

P.S. Pulcinella ha perso la maschera ed Arlecchino balla. Ripeto: Pulcinella ha perso la maschera ed Arlecchino balla.

domenica 23 agosto 2009

Manutenzione Dell I6000

Sono il felice possessore di un "vecchissimo" portatile Dell Inspiron 6000, da molti venditori di marche concorrenti definito una ciofeca. Non è malaccio come macchina per lavorarci, anche se mono processore a 1.7GHz ma con una distro Linux tiene ancora bene e può essere utilizzato per qualche anno senza troppi problemi. Da un pò di tempo però, scalda come una centrale termonucleare. L'utility lm-sensor segnala temperature della CPU che vanno ben oltre i 67 gradi, dopo alcuni minuti di utilizzo nella visualizzazione di filmati. La ventola inizia a soffiare pochi minuti dopo l'accensione ed il piano di appoggio scotta... troppo.
Questi sintomi indicano, senza ombra di dubbio, che il percorso dell'aria che dovrebbe raffreddare il dissipatore della CPU è intasato da polvere, ostruito da qualcosa che impedisce il corretto deflusso dell'aria calda. Il sistema di dissipazione del calore è formato da un corpo di rame appoggiato sulla CPU tramite della pasta termoconduttiva. Un tubo di rame (pipe heat) trasporta il calore su un radiatore formato da tante lamelle distanziate l'una dall'altra. Attraverso gli interstizi viene fatta passare dell'aria a temperatura ambiente, fatta defluire con l'aiuto di una ventolina comandata dall'elettronica di comando al raggiungimento di una temperatura prestabilita. In condizioni di funzionamento normale la temperatura della CPU dovrebbe aggirarsi attorno ai 35 - 40 gradi. Dopo un prolungato uso quotidiano (il tempo dipende dall'ambiente di utilizzo), il radiatore tende ad intasarsi e le pale della ventola tendono a ricoprirsi di polvere. La rapidità con cui si forma la polvere ed il "legante" dipende dall'ambiente in cui si lavora e dalle modalità di utilizzo. Tempo fa ho pulito un portatile il cui proprietario tendeva a lavorare con lo stesso appoggiato sui pantaloni (in viaggio) o sul letto dell'albergo. Come risultato, all'interno del percorso di deflusso dell'aria era presente una quantità incredibile di pelucchi raggrumati a mò di palla di lana. Tale intasamento è facile da pulire. Basta una pinzetta e un pò di aria compressa. Diverso discorso per i fumatori. All'interno dei portatili utilizzati in ambienti frequentati da fumatori si trova una "morcia" formata da pulviscolo sottilissimo impastato con una sostanza semi appiccicosa (catrame). E' il mio caso, lo so, fumare fa male e mi immagino cosa ci deve essere dentro ai miei polmoni. Per il portatile la cura c'è. La sostanza va tolta con un prodotto sgrassante (tipo il Cyclon), della carta assorbente e dei batuffoli di cotone. Per il radiatore interamente in metallo, un bagno è quasi d'obbligo, previa pulita generale con aria compressa. Una buona asciugata e torna come nuovo. Si deve fare attenzione alla parte a contatto con la CPU. Occorre togliere i residui (spesso rinsecchiti) di pasta termo conduttiva, che va rigenerata con della pasta nuova previa pulizia della CPU con alcool isopropilico.
Per la ventola il discorso è diverso. Non va bagnata in ammollo, mai. Non va pulita con l'aria compressa facendo girare a mille la ventola, col rischio di "sboccolare" i supporti del perno e renderla rumorosa alla successiva accensione (vibrazioni fastidiosissime). Al limite, nel caso del modello in foto, si può procedere con lo smontaggio completo e lavaggio solo delle parti in plastica. Gli avvolgimenti in rame smaltato del motorino vanno lasciati in pace, lontani dai liquidi. Se non si ha la pazienza di smontare pezzo per pezzo il tutto, si può procedere con un pennello a setole rigide e dei cotton-fiocc (batuffoli per le orecchie) preventivamente imbevuti con del prodotto sgrassante e non solvente. Mai forzare la ventola e mai premere eccessivamente col rischio di rompere le palette. Si procede con pazienza, paletta per paletta, davanti e dietro, sempre tenendo ferma la ventola con le dita.
Terminata la pulizia e la rimozione della polvere catramosa, si procede con una pulita generale anche delle altre parti interne al portatile. Nel modello in questione, gli altoparlanti frontali sono posti in prossimità di una griglia. E'inevitabile che entrino corpi estranei che vanno tolti con un pennello morbido (occhio al cono centrale che è molto delicato)). Si procede poi con la rimozione della polvere da tutti gli interstizi possibili, avendo cura di togliere dagli alloggiamenti l'hard disk, il lettore DVD e altri accessori ad inserimento. Se si usa l'aria compressa di un compressore "industriale", abbassare la potenza del getto d'aria a valori accettabili. Imperativo il dispositivo di essiccazione dell'aria. Se si usano le bombolette, che sconsiglio in quanto durano poco, soffiano poco, contano un occhio e rilasciano umidità e condensa, si deve lasciare asciugare il tutto anche se ad occhio nudo non si nota nulla. Nello smontare il portatile ai minimi termini, è meglio appoggiare le viti su un foglio di carta ed annotare accanto la loro posizione. Sembra "strano", in realtà è abbastanza frequente, ma alla fine avanza sempre qualche vite e la voglia di riaprire il tutto non c'è quasi mai, per cui la vite viene inevitabilmente persa o confusa fra le altre mille orfane che si trovano in laboratorio. Prima di iniziare, consultare il sito del produttore se esiste il Service manual che elenca le procedure per il disassemblaggio (la Dell lo rende disponibile gratuitamente), così il lavoro sarà notevolmente agevolato e senza parti avanzate. Quasi dimenticavo...usare guanti antistatici. Alla prossima.

P.S. Il vino è finito. La pasta no. Ripeto: Il vino è finito. La pasta no.

domenica 22 febbraio 2009

Server crash

Avrei preferito in questo week-end andarmene a fare un giro o dedicarmi ad altre cose. Venerdì la prima sorpresa. Il server è spento. Why?? Ad avviarlo si avvia ma dopo pochi minuti si spegne da solo. Allora adotto le procedure di disaster recovery e prontamente il disco viene installato nella macchina gemella di scorta. Pochi minuti ed il sistema riparte. Domenica mattina un altra sorpresa. Il server è giù un altra volta. Acceso ma insensibile ai comandi...bloccato. Riavvio impossibile, non si avvia nemmeno il bios. Due guasti hardware nel giro di due giorni sono per lo meno sospetti. A poco valgono i test successivamente effettuati sull'hardware. Guasti e basta.
Urge un intervento straordinario per ripristinare le funzionalità del sistema. Il disco (ed i preziosissimi dati che contiene) è integro. Manca solo una mother board con scheda di rete incorporata, un minimo di memoria ram, un alimentatore. Frugo nel mucchio di ciarpame e salta fuori un vecchio case slim di un PC anonimo, con il telaio piegato probabilmente da una caduta. Installo il disco che però è troppo spesso per l'alloggiamento del case di recupero. Pazienza, lo terrò in sede con un pò di nastro adesivo. Monto il tutto ed in due minuti ottengo un "nuovo" server. L'aspetto è simile a quello che si può immaginare in uno scenario post-atomico. Manca la copertura esterna, la ventola del processore è un pò rumorosa, il nastro adesivo tiene fermo il gruppo unità di memorizzazione (lettore CD compreso)... ma 2.3 Ghz di processore, 1Gb di ram, scheda di rete da 1 megabit... anche troppo per le funzioni che deve svolgere. Apache web server, server imap POP3 (dovecot), Fetchmail su cron periodico, MySQL server, NFS... anche troppo per la modesta rete che deve gestire. Ora, dato che le disgrazie non vengono mai sole, dovrei predisporre un nuovo disco di scorta e pianificare meglio i salvataggi periodici su unità esterna. Mi manca un disco e dovrò procurarmelo alla svelta. Purtroppo all'ecocentro mi hanno combinato un bello scherzo. Il bidone delle apparecchiature elettroniche è ora inaccessibile e non è più possibile recuperare ciò che gli altri buttano. Bastardi, chissà perchè... c'è da immaginare che ci lucrino sopra, dopo che abbiamo pagato la tassa di smaltimento, probabilmente i rifiuti vengono venduti (doppio guadagno). Non è giusto. Dischi da 20 o 40 giga sarebbero sufficienti, chissà quanti ormai li buttano ed io non li posso recuperare. L'unico modo sarebbe quello di intercettarli prima che vengano gettati nello scivolo che conduce alla vasca di raccolta, chiedendo al proprietario di cederli per nulla. So che è un operazione che non è ben vista dal guardiano delle immondizie (un laureatino occhialuto e saputello) il quale ottempera scrupolosamente a precise istruzioni di costringere le persone a buttare a tutti i costi il più possibile. Il libero scambio gratuito è vietato. Pazienza. Troverò un altra soluzione. Speriamo che questo garbage-server tiri avanti ancora per un pò, in attesa di un rimpiazzo decente. Ma la cosa che più mi "dispiace" è che il case del vecchio server (un HP Vectra) l'avevo fatto verniciare dal carrozziere. Una splendida vernice lucida (da carrozzeria) di colore blu metallizzato con effetto glitter. Un capolavoro, curato nei particolari, con finiture in color argento. Mi spiace gettare quel contenitore. Quasi quasi attendo di recuperare una mother boad che ci sta dentro e lo ri-utilizzo. Alla prossima.

P.S. Stare in coperta. Ripeto: Stare in coperta.

venerdì 22 agosto 2008

DELL Inspiron 6000 II

Un intervento "sfortunato". Il tecnico incaricato di effettuare la sostituzione della mother board non ha avuto molta fortuna. Smonta la macchina, tenuta assieme da una miriade di viti di varie misure, rimonta il tutto, preme il pulsante di accensione e.... nulla. La macchina è morta. Ho assistito alle operazioni di montaggio e posso assicurare che le operazioni di collegamento dei cavi e di assemblaggio sono state eseguite a regola d'arte. Resta plausibile che si tratta di un pezzo difettoso... capita. La mother board è arrivata imballata perfettamente, impossibile pensare ad un pezzo "refurbished", riciclato da chissà quale altro intervento. In ogni caso nulla di fatto. Dato che l'operazione di sostituzione aveva valore più "politico" che tecnico (dovuto ad una serie di considerazioni fatte direttamente con la casa produttrice), decido di lasciare perdere ed accettare comunque la sostituzione del masterizzatore. Dopo un paio d'ore dalla fine dell'intervento mi chiama il supporto tecnico DELL, una persona che si premura di informarmi del motivo per cui non sia stato possibile sostituirmi la batteria. Una piacevole conversazione di circa 45 minuti con una persona ben addestrata a trattare con i clienti. La cosa che più si premurava di sapere era il mio giudizio in merito alla persona che mi aveva dato supporto via e-mail. Era preoccupato che dessi un giudizio negativo. Lì mi sono sentito un pò irritato. In caso di inconvenienti di questa natura, non ci si prende mai con i dipendenti del fornitore. C'è una regola non scritta (per chi ha ben chiare le regole etiche della propria professione), "...mai prendersela con i colleghi...", semmai prendersela con la casa madre e lì andare pure giù di brutto. Sono stato dipendente anch'io e so che purtroppo alcune persone grette e meschine insultano i dipendenti quasi fossero loro la causa dei guasti elettronici. Prendersela con i dipendenti è inutile, inefficace, stupido e da stupidi. Preferisco esprimere solidarietà alle persone e prendermela con i capoccioni del marketing, ovvero i bottegai che decidono come presentare i prodotti senza ammettere i limiti e le magagne degli stessi
Ora, so che mi arriverà un questionario dalla casa produttrice. Nella sezione del giudizio all'operato dell'addetto darò un voto eccellente (se lo merita). Nella sezione dei "suggerimenti", consapevole che probabilmente andranno a finire in chissà quale casetto di chissà quale scantinato, scriverò: "Visto che la durata media di una batteria al litio difficilmente supera i 18 mesi e che è quindi garantita per 1 anno, al posto di Winzozz preinstallato preferirei una batteria di ricambio". La batteria è l'elemento che sicuramente occorre sostituire in breve tempo e che viene sempre esclusa dalle estensioni di garanzia. So in anticipo che avrà una durata inferiore alla vita media del prodotto hardware nel suo insieme (che mediamente si aggira dai 3 ai 5 anni per i portatili), mentre il sistema operativo di M$ so in partenza che è già bacato, che necessiterà di continui aggiornamenti, che se mi serve qualche programma devo pagare la licenza d'uso (uso parziale considerati i bachi). Pertanto preferirei una batteria di scorta al posto di un sistema operativo bacato.
Ad ogni modo, non ricordo dove ho trovato le istruzioni per la sostituzione delle celle di alimentazione. Ho letto un articolo (ben documentato) di un pazzo che ha aperto il pacco batteria, ha acquistato le celle su "ebai" e le ha sostituite. Non è impossibile, quindi è possibile. Credo che farò così, non mi sembra difficile. Tanto per tenere fede al principio del "Fai da te" e rispettare lo sciopero della spesa indetto da me (ad oltranza) tempo orsono, per protestare contro la politica dissennata del profitto sfrenato a tutti i costi, praticata dalla maggior parte delle aziende produttrici. Dovrei spendere circa un quarto di quello che chiede il pezzo originale. Alla prossima.

P.S. Sara dice Cinque dopo dodici. Ripeto: Sara dice Cinque dopo dodici.

giovedì 21 agosto 2008

DELL Inspiron 6000

Da un paio d'anni sono il felice possessore di un portatile DELL Inspiron 6000, su cui ho installato linux per sopperire alle carenze di winzozz XP preinstallato dalla casa madre. Da pochi giorni il led della batteria ha iniziato a lampeggiare e dopo alcune prove diagnostiche scopro che, nonostante l'autonomia della stessa non sia più quella "a nuovo", in caso di blackout il portatile si spegne brutalmente. Com'è noto le batterie sono coperte da garanzia per un solo anno e non vengono sostituite. Il mio dubbio però si fa strada ipotizzando un guasto allo switch della alimentazione fra rete elettrica e batteria. La batteria rimane carica anche per parecchi giorni ed i vari diagnostici segnalano che la sua "salute" è ottima. Dato che ho acquistato l'estensione della garanzia a 3 anni, che quindi scade a marzo del 2010, decido di avvalermi dell'assistenza DELL, la quale preso atto del dubbio circa un mal funzionamento della mother board decide di sostituirla in garanzia. Ma non costava meno mandarmi una batteria nuova? Si, ma la mother board è in garanzia, mentre la batteria dovrei pagarmela. In ogni caso meglio sostituire la MB e se è la batteria rassegnarsi a comprarla a parte, successivamente. Vedremo. Domani viene il tecnico ("gratis") per una sostituzione che avrei potuto tranquillamente fare da me.
A conti fatti, calcolo rapidamente, a spanne, il costo di un portatile. 700 euro a nuovo, 350 euro per l'estensione della garanzia, 120 euro per la batteria che dopo 2 anni perde comunque autonomia e va sostituita...quasi milleduecento euro in circa tre anni... solo che il prezzo è diluito nel tempo e l'esborso sembra meno doloroso... Se si calcola che nel frattempo è stata sostituita in garanzia la tastiera e due masterizzatori DVD, si può facilmente intuire come l'estensione della garanzia a tre anni convenga stipularla... ed a questo punto va considerata anche l'opportunità di stipulare una polizza assicurativa furto - incendio. Si arriva tranquillamente ad un totale di millecinquecento euro. Per un uso professionale è ancora una cifra conveniente. Ogni volta però che si ha modo di leggere le offerte di computers portatili nei volantini dei supermercati dell'informatica, occorre saggiamente moltiplicare per due le cifre proposte, per avere una stima attendibile del vero costo di un portatile.
Ora invece sono curioso di vedere il tecnico di zona... sarà uno di quelli bravi?? Speriamo.
Un ultima considerazione: come mai al posto di winzozz pre-installato nei portatili non viene fornita una batteria di scorta?
Alla prossima.

P.S. Il formichiere mangia anche le uova. Ripeto: Il formichiere mangia anche le uova.

giovedì 31 luglio 2008

Action Cam - Oregon scientific

Un aggeggio interessante, avuto in cambio di un ostica installazione di Linux su un portatile particolarmente resistente al cambiamento, nato per vista ma arrivato al limite e desideroso di libertà e velocità di funzionamento.
Una telecamera per le riprese in azione, installabile a piacere su un casco o sul manubrio della bici durante le sessioni di downhill, su uno skateboard, in immersione (sino a 3 metri è garantita come stagna), nei lanci col parapendio, ma anche in mano grazie all'impugnatura estraibile di serie. Il modello è l'ATC-2k, alimentato a 3 volts (20W) con due batterie AA, risoluzione massima 640X480 VGA Cmos (impostabile anche a 320X240 o 160X120) con frame rate variabile da 15 a 30 fps, memoria interna 32 mega, alloggiamento per scheda memoria SD da 2 giga, fuoco da 1,5 metri ad infinito, registra filmati i formato AVI. Che dire? Un buon affare. L'ho già installata sul manubrio della MTB, non senza difficoltà dovuta alla mancanza di spazio, visto il numero di apparecchiature elettroniche ad oggi installate (GPS, Navigatore satellitare Garmin Nuvi 200, Fanali HLux, Campanello, Leve Cambio maggiorate, Regolatore di tensione...). Dalle prove effettuate, la ripresa si presenta fluida anche a 15 fps, un pò carente nelle riprese notturne in strade illuminate con lampioni ma con buona resa dei colori. Il limite dei 2 giga della memoria SD e l'impostazione alla risoluzione minima al più basso valore di frame per secondo dovrebbe garantire una durata di riprese di 794 minuti, ovvero circa 13 ore e mezza, mentre alla risoluzione massima a 30 fps si arriva a 60 minuti, 1 ora di riprese. Non male se si pensa che durante le azioni più intense che richiedono notevoli sforzi fisici, difficilmente queste si protraggono per più di 1 ora. Per una buona documentazione di un escursione si può utilizzare l'action cam ove non sia consigliabile l'uso di una normale telecamera, quest'ultima adatta alle fasi di preparazione e conclusione dell'evento, sia per ragioni di maneggevolezza, peso e facilità d'uso della prima.
Difetti? Per ora nessuno. Forse il micro display lcd nella parte superiore poteva essere progettato con dimensioni un pò più generose o maggiormente leggibile. Così com'è, la lettura dei parametri di impostazione è un pò difficoltosa, specie per un "vecchietto" come me che ha dei problemi di vista dovuti all'età, ma del resto credo che il prodotto sia destinato aduna fascia di età ben inferiore alla mia. Manca il display per la visione di cosa si sta riprendendo... è progettata per azioni in movimento, o la va o la spacca. se le riprese vengono bene, bene, altrimenti si ripete il lancio sino a quando non viene. L'inquadratura è comunque abbastanza larga per garantire una buona ripresa e l'importante è avere le mani libere. Si riprende cosa si sta guardando se installata sul caschetto, cosa si sta affrontando se installata su un mezzo mobile, come ci si sta agitando se tenuta in mano. Prevedo delle belle avventure, stavolta documentate, visto che le eseguo quasi sempre in solitaria. Ho visto cose che voi 'unani' non potete nemmeno immaginare... alla prossima.

P.S. Aldo dice 32 per 18. Ripeto: Aldo dice 32 per 18.

venerdì 13 giugno 2008

CCFL ed inverter

CCFL è l'acronimo di Cold Cathode Fluorescent Lamp. Sono delle lampade simili ai tubi al neon che siamo abituati a vedere, solo che sono molto corti e sottili. Si prestano bene per una serie di utilizzi illimitati. I CCFL vengono utilizzati specialmente nella retroilluminazione dei display dei computers portatili, ma trovano posto anche in molti modelli di scanner. Per poter funzionare occorre applicare ai loro capi una tensione di centinaia di volts, dipende dal tipo e modello. Recentemente ho disassemblato una serie di stampanti multifunzione HP (PSC2175, PSC2210, V40 ecc.). Spinto dalla curiosità innata che mi spinge a ridurre ai minimi termini tutto ciò che mi capita per le mani, ho disassemblato le unità di lettura di alcuni scanner ed ho notato al loro interno, oltre a degli interessanti sensori di immagine lineari, questi tubicini bianchi, collegati a dei piccoli circuiti da cui partono 2 fili, uno nero ed uno rosso (o giallo). Si tratta dell'inverter che trasforma una tensione continua ad una tensione più elevata necessaria all'innesco della scarica utile all'emissione della luce (ionizzazione del gas all'interno del tubo). Allora ho deciso di prendere una batteria (recuperata da un gruppo di continuità ormai atomizzato in una sera di "follia" elettronica) e provare ad alimentare l'inverter. Ci avevo già provato con un inverter smontato da un PC portatile con un risultato deludente. Nonostante avessi cercato di comprendere la piedinatura del pettine di collegamento, decodificare le sigle degli integrati e cercare di capire come alimentare il tutto, non sono alla fine riuscito a concludere nulla. Stavolta, con solo 2 fili, l'unica cosa che posso eventualmente "sbagliare" è il valore della tensione di alimentazione. Provo inizialmente con il valore di tre volt, poi 5, poi 6 ed alla fine 9,2 volt (la batteria era da 12 ma un pò scarica). Il tubo si illumina bene senza problemi anche a 12 volts. Già sto pensando ad alcune applicazioni. La luce è intensa, bianchissima e la tensione non troppo elevata. Potrei utilizzarli per illuminare l'interno dei cassetti, il mobile rack dove ho stipato i server e l'impianto di rete, magari il baule dell'auto che quella lampadina ingiallita è simile ad un lumino da cimitero. Mi resta solo il dubbio per la durata. Uno scanner è progettato per funzionare ad intervalli, giusto quello che serve per qualche pagina. Come si comporterà l'inverter ed il CCFL se decido di realizzare una lampada da tavolo? Posso trovare una risposta solo se provo ed esperimento. Come si può vedere dalle foto, ho smontato anche un modello a doppio CCFL. Prendo dei tubi di plastica o cartone, li taglio a metà, dipingo l'interno con una vernice riflettente (tipo cromo) e fisso il tutto su un asta flessibile. Il doppio CCFL lo userò per realizzare una lampada con due tubi disposti a V. La chiamerò Vaffa lamp.
alla prossima.

P.S. Il circo ha assunto dei pagliacci. Ripeto: Il circo ha assunto dei pagliacci

mercoledì 21 maggio 2008

PCI Express 1x

E' un progetto ambizioso. Prendere una scheda PCI express (R) 1x e collegarci dei segnali direttamente sul pettine, per utilizzare la scheda senza inserirla nella mother board di un PC. L'idea è venuta ad un collega programmatore, privo di nozioni inerenti l'hardware. Per iniziare, ho bisogno di un socket PCIe 1x da dissaldare da una mother board defunta ma di recente costruzione. Non ne ho a magazzino. L'hardware che recupero è troppo obsoleto e quel tipo di socket si trova nelle mother board che vengono mandate in riparazione in garanzia. Mi sa che dovrò fare un giretto fra i rivenditori di zona e frugare nella "spazzatura" tecnologica che si accumula nel corso dei loro interventi di "riparazione". sperando in un colpo di fortuna. Il pinout di un socket PCI Express comprende l'alimentazione a 3.3 e 12 volts (oltre alla massa), un canale Jtag (interessante per l'accesso diretto al processore), un bus SMB (I2C 1 wire) anche questo interessantissimo per sviluppare una cascata di sensori collegabili direttamente alla mother board ed altri segnali che per ora non mi interessano.
PCI-E è un bus seriale che usa due coppie di segnali differenziali a basso voltaggio (Low-voltage Differential Signal LVDS) con transfer rate da 2.5Gb/s in ciascuna direzione [una coppia in trasmissione ed una coppia in ricezione].
Ho già in mente alcune soluzioni per espandere le possibilità di utilizzo di un paio di PC che giacciono in attesa di modifiche. Stay tuned.

P.S. Ultrasuoni e calore nel camino. Ripeto: Ultrasuoni e calore nel camino.