venerdì 30 ottobre 2009

Mini USB Glitter lamp

Proprio non ho saputo resistere. E' da un pò che voglio acquistare una lava lamp, di quella con la cera che sciogliendosi crea degli effetti in movimento, illuminati dal basso. E' troppo geek! e non posso farne a meno ma....costano troppo. Tempo fa ho tentato di costruirmente una, cera delle candele, acqua... un totale disastro, la cera galleggia e non va a fondo. Non so che liquido ci mettono dentro e non ne ho una da smontare ed analizzare per farmene una in casa. Così oggi in un negozio di elettronica ne vedo  una di minuscola, alimentata via USB, piena di brillantini illuminati da un rainbow led, l'ultima...presa!! Lo so, per alcuni è una cineseria, una stupidaggine, un fronzolo assolutamente inutile, contrario al mio sciopero della spesa in atto, ma per me è invece un oggetto cult che non deve mai mancare sulla scrivania di un geek. Non ho saputo resistere. Ciao

P.S.  Vendemmia, vendemmia, vendemmia. Ripeto:  Vendemmia, vendemmia, vendemmia.

Consiglio comunale

Il mio dovere di cittadino lo faccio, anche se ormai la volontà dei cittadini è superata ampiamente dall'arroganza di questa classe politica schifosa che ci governa. Mi sono recato ad un consiglio comunale. Mi viene ancora da vomitare. Un s@!#!!o ignorante come il letame, tutto tronfio nell'approvare il piano casa. Anche se l'esordio è "...sono convinto che non servirà a nulla...", procede alla votazione...tutti favorevoli, all'unanimità, grazie alle scimmie ammaestrate ad alzare la mano a comando per percepire il gettone presenza pagato anche da me. Una serie di deroghe al PRG per far felici gli impresari di zona (solo un paio), quelli che fanno soldi in nero con mattoni e cemento, assumendo lavoratori in nero i quali se si fanno male o muoiono vengono scaricati davanti al pronto soccorso manco fossero dei cani. Complimentoni anche all'opposizione che non c'è. Nessun commento, silenzio assoluto!. Chi l'ha voluto questo piano casa?? Il partito ovviamente, non certo i cittadini i quali per ampliare in deroga al PRG possono sempre chiedere l'approvazione al consiglio comunale che a memoria d'uomo non si è mai opposto alle legittime richieste di chi si trova in stato di oggettiva necessità. Sappiamo già che ne approfitteranno quei disonesti cui le regole stanno strette ed il rispetto della comunità un optional. Ed allora giù ad incementare il territorio, ad abbattere alberi, a inquinare quel poco che resta di "pulito". Grazie davvero, complici della mafia. Grazie per la sensibilità nell'approvare una manovra dichiaratamente inutile, ma allora perchè perdere tempo? solo per compiacere il segretario di un partito ed ottenere in cambio privilegi personali??. Capo e complici...Ma vaffanculo davvero.

P.S. Totò approva ed i fantasmi ringraziano. Ripeto: Totò approva ed i fantasmi ringraziano.

mercoledì 21 ottobre 2009

Samsung SGH-S300 - riparazione


Giusto per fare esperienza e per sopperire alla mancanza cronica di incarichi causata dalla crisi percepita, mi faccio carico come "volontario" della riparazione di apparecchi cellulari. Mi aiuta molto l'innata curiosità nel voler aprire le cose e capire come funzionano. Stavolta tocca ad un Samsung SGH-S300. All'epoca del suo debutto, costava 560 euro a marzo del 2003 quando è stato acquistato in un negozio "Tele*om". E' stato il primo telefonino con doppio display a colori, e forse a causa del suo prezzo elevato non ha trovato molto successo sul mercato. Per i pezzi di ricambio usati occorre infatti fare i salti mortali. Il sintomo lamentato è lo spegnimento del display appena si apre il flip di tre quarti... sicuramente un contatto che "va e viene" in occasione del movimento del coperchio. L'apertura della base è molto semplice. Tre viti (una nascosta dal gommino della presa per l'antenna esterna) e con l'attrezzo di plastica si sgancia la parte inferiore (dopo aver ovviamente tolto la batteria). Si stacca il connettore del cavo flat arancione che va al flip.

Poi occorre togliere il flip dal suo alloggiamento. Dopo aver rimosso un particolare in gomma protettivo, si spinge con un attrezzo autocostruito la molla della cerniera, sino a quando non di sganciano i due pezzi. L'attrezzo autocostruito?? Una pinzetta piegata all'estremità con una pinza, in modo da riuscire ad entrare dentro la cavità che alloggia la cerniera a molla per la giusta quantità (4 millimetri più altri 4 dello strettissimo alloggiamento). 
La parte che può far bestemmiare in dodici lingue riguarda l'apertura del flip per accedere al display. Nel nostro caso l'operazione è necessaria per controllare la causa dello spegnimento del display. Nella parte bassa del display interno occorre togliere due gommini copri vite e togliere le viti sottostanti. Poi con l'attrezzo in plastica che viene dato in dotazione agli schermi LCD (il mio ho dovuto modificarlo con la carta vetrata per affilarlo), si fanno saltare le 4 clip plastiche laterali di aggancio. Nella parte vicino all'alloggiamento della cerniera si fa leva con forza in modo da scollare il biadesivo che tiene fermo il coperchio esterno. Maledetto biadesivo, ormai i telefonini sono tenuti insieme con la colla. All'apertura si nota immediatamente il problema.

Il flat di collegamento, composto da tre strati sovrapposti, si è spezzato a furia di aprire e chiudere il flip. Secondo me dovrebbe durare più di 6 anni ma forse hanno iniziato a risparmiare anche su quei materiali. So per certo (per testimonianza diretta) che il telefonino è stato utilizzato davvero poco e la rottura descritta mi induce a pensare ad un difetto del flat, forse una seconda scelta, boh...
Ad ogni modo, per sostituirlo, occorre procedere in due modi.
Il modo impossibile: richiede la rimozione dei due display (interno ed esterno) e dei due fili che collegano rispettivamente microfono ed auricolare. Richiede attrezzatura davvero particolare (che non ho) e l'acquisto della sola parte flessibile (disponibile anche senza componenti smd.

Il modo praticabile: si sostituisce tutta la parte, LCD compresi anche se sono ancora funzionanti. Spiace "buttarli" ma di meglio con l'attrezzatura a disposizione non si può. Per puro diletto proverò a recuperarli in qualche modo, visto che per fortuna ho disponibile lo schema elettronico dell'apparecchio.
Da una ricerca in rete, su ebay non si trova nulla, nemmeno ad insistere. Allora la parte l'ho trovata in un negozio on-line specializzato nella vendita di attrezzatura per riparatori. 7 euro l'assembly e 19 euro per la spedizione via corriere espresso (sicuramente più rapido della posta aerea tradizionale), non male se si considera che la garanzia è compresa, meglio di certi prezzi trovati su ebai. Preso!! Tempo totale di lavorazione 1 ora (il telefonino, una vota imparato come si smonta, è facile da ri-assemblare).  Nel frattempo, dato che la cliente non voleva aspettare, ho venduto a prezzo di costo un apparecchio che avevo acquistato  per me, per le prove di laboratorio. Non avrò fatto un grande affare d'accordo ma la "cliente" è la mia mamma. Alla prossima.

P.S. L'Albero è stato imbottigliato. Ripeto: L'Albero è stato imbottigliato.

Lampada alogena

Dopo anni di onorato servizio, diamo il triste annuncio della scomparsa di un amica fedele, luce dei miei occhi, radioso esempio di abnegazione e dedizione al servizio. Si è spenta definitivamente la lampada alogena della piantana che per anni ha illuminato l'ufficio. Dopo aver emesso un secco "POP!", ha smesso di funzionare per sempre. Una fessura nel corpo vitreo e l'aria si è insinuata sino a bruciare il suo filamento. Urge sostituzione. Il dubbio riguarda le nuove direttive per le lampade a basso consumo energetico. Per le alogene cosa si saranno inventati?? Sicuramente una soluzione che costa il triplo ma che fa "risparmiare" nel tempo. Fatti i calcoli, conviene. Ma purtroppo i calcoli vengono effettuati alle tariffe attuali. L'introduzione dell'energia nucleare, che sarà finanziata con le nostre tasse (e come altro sennò??), porterà ad un impennata (esagerata) dei costi ricaricati nella bolletta Enel (o assimilate), per cui addio convenienza. Questo dimostra che quando un venditore si affanna a dimostrare la convenienza economica di un bene, allettandoci nell'effettuare l'acquisto, in realtà l'unica convenienza è quella di chi incassa i soldi sulla nostra creduloneria. Maledetti coloro che si inventano sempre nuovi sistemi per farci spendere sempre di più. Alla prossima.

P.S. Ugo cambia il carburatore e Franco il radiatore. Ripeto: Ugo cambia il carburatore e Franco il radiatore.

martedì 20 ottobre 2009

Motorola RAZR V3i - riparato

Oggi  è arrivata la nuova tastiera a membrana per il motorola RAZR V3i in attesa di riparazione. Rimontare il tutto a distanza di tempo non è stato immediato. Dopo tre settimane ci si dimentica dove alloggiare certi particolari e se non si dispone delle istruzioni, può diventare problematico rimontare il tutto.  Livello di difficoltà complessivo da 1 a 10... 8. Ad ogni modo l'operazione è riuscita perfettamente. Dalle prove effettuate il telefonino è tornato come nuovo., complice anche una lucidatura e pulizia dalla cipria della proprietaria. 40 euro in tutto. 30 di materiale e 10  di manodopera (prezzo di favore per un amica). Anche questa volta un oggetto salvato dalla discarica ed un fanchiulo in più a certi riparatori peracottari e disonesti, che per un operazione del genere chiedevano un importo superiore al valore del bene. Basta solo un pò di passione e buona volontà per dare una mano e non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo per forza fare dei favori in cambio di danaro. Comprendo come certi riparatori abbiano tasse da pagare, imposte, balzelli e altre spese, ma basta guardare la loro auto parcheggiata davanti ai loro negozi e chiedere dei prezzi della merce esposta, per capire come sia solo una questione di avidità quella che li spinge a tentare di scoraggiare i clienti che chiedono di riparare e suggerire in alternativa l'acquisto del nuovo. Vero anche che certi negozi di telefonia chiudono per fallimento, schiacciati dalla concorrenza (a volte sleale), ma se provassero a riparare ed applicare dei prezzi ragionevoli, forse qualche vendita in più la farebbero, ne sono convinto. Alla prossima.

P.S. Vittorio ha fuso l'alluminio. Ripeto: Vittorio ha fuso l'alluminio.

martedì 13 ottobre 2009

I2C - serial interface (3a parte)

Non ci siamo proprio. L'interfaccia si è rivelata inaffidabile. Ho effettuato due dump di una memoria eeprom ed ho ottenuto due risultati diversi. Ho infatti confrontato due files esadecimali ottenuti dallo stesso chip in tempi diversi, con il programma gtk-diff ed il risultato non coincide. Alcune locazioni appaiono di valore diverso da 00 a FF, segno evidente che nella lettura i segnali vegono interpretati diversamente e segno evidente che i livelli logici sono con molta probabilità affetti da disturbi di natura sconosciuta (per ora). Mi manca un analizzatore di stati, dovrò provvedere di conseguenza per esserne certo e dovrò scegliere un altra strada per la lettura. Sto pensando di sviluppare un interfaccia attraverso la presa VGA che contiene i segnali I2C ed installare i moduli opportuni. Un altra strada è l'utilizzo della porta parallela o l'utilizzo di un processore dedicato (la mitica fox board). Di solito questi fallimenti mi spronano a proseguire, testardo come un mulo e non demordo sino a quando non ottengo dei risultati. Procedo  con la ricerca e con gli esperimenti. I dati ci sono e voglio tirarli fuori, in modo da essere pronto per quando "dovrò" tirarli fuori. Alla prossima.

P.S. I muratori stanno smontando le impalcature. Ripeto: I muratori stanno smontando le impalcature.

I2C - serial interface V.2


Ho dovuto auto costruire una seconda versione dell'interfaccia RS232 - I2C. Il "problema" dello schema precedente è che funziona a 5,1 volts. Da alcune misurazioni effettuate sulla scheda che devo sottoporre ad analisi, ho scoperto che il chip di memoria eeprom è alimentato a 3,3 volts. Dal suo datasheet leggo che la massima differenza di potenziale fra i segnali SDA e SCL e la Vcc di alimentazione non può essere superiore di 0,7 volts. Per evitare di bruciare il chip, ho dovuto allora modificare lo schema precedente. Purtroppo, dal mucchio infinito di componenti passivi recuperati da un industria di elettronica ad oggi fallita, trovo solo degli zener da 3.9 volta (BZX55C3V9 da 1/2w). Mi sorge inoltre il dubbio di dover ricalcolare le resistenze di pull-up necessarie al funzionamento della comunicazione nel canale I2C. Da un mio calcolo, che spero sia esatto, mi risulta in ogni caso necessaria una coppia di resistenze molto inferiore ai 2.2k prevista dallo schema reperito in rete (vedi post precedente). Decido allora di lasciare quelle ed adottare i due zener da 3.9 volts, alla peggio non funzionerà nulla ed andrò per tentativi. Sono ancora in attesa di un anima pia e generosa che mi faccia dono di un oscilloscopio digitale a 4 tracce... ne ho proprio bisogno. Ad ogni modo, dato che devo rifare l'interfaccia, decido stavolta di prendermela con calma e racchiudere il tutto dentro il guscio di plastica della spina seriale. L'ho recuperata da un vecchio cavo riposto con cura assieme ad altri che attendono ancora un utilizzo intelligente. Metto in funzione la micro fresa ed il risultato è visibile in foto. Cavo più maneggevole, meno soggetto al rischio di rotture, più pratico... per me ovviamente un capolavoro di manualità con ampi margini di miglioramento ovviamente. Da una prima prova effettuata, sembra che funzioni, anche se i dati estratti sono diversi da quello che mi aspettavo. Dovrò fare ancora dei tentativi, delle letture successive per verificare se i dati estratti sono gli stessi o se cambiano. In quest'ultimo caso significa che c'è qualcosa che non va e dovrò inventarmi qualche altro metodo. Nel frattempo, mi studio per bene il protocollo I2C. Nei prossimi post i risultati delle prove. alla prossima.

P.S. Ponzio Pelato non è un pomodoro menefreghista. Ripeto: Ponzio Pelato non è un pomodoro menefreghista.

domenica 11 ottobre 2009

I2C - serial interface

In vista di un progetto di analisi di alcune memorie eprom che si trovano su molte mother board di numerosi dispositivi elettronici, con applicazioni nel campo dell'hardware informatico, ho la necessità di costruire un interfaccia seriale in grado di poter accedere ai dispositivi I2C. I2C è un protocollo proprietario cui sono dotati numerosi dispositivi fra cui processori, memorie ecc.ecc. E' un canale di comunicazione ad un filo (più la massa ovviamente) che permette l'accesso su un unico filo a più dispositivi disposti "in serie". La documentazione in rete è sin troppo corposa per riportare anche qui le specifiche ed i principi di funzionamento. Meno diffusi gli schemi di collegamenti con l'interfaccia seriale dei PC. Allora ho deciso di stamparmi un manuale comprensivo delle istruzioni di base (seguendo le istruzioni ai 3 post intitolati "Libri fai da te")  e di accingermi alla costruzione usando pezzi di recupero. Meno di un ora e il dispositivo è pronto. Un connettore femmina a 9 pin, due resistenze da 220 ohm, due diodi zener da 5,1 volts ed una millefori microscopica che mi insegna come non vadano mai buttati nemmeno i pezzi più insignificanti.

Lo schema è visibile in foto ma si può trovare all'indirizzo del blog di sodoityourself.com
Ho protetto il tutto con del tubetto termo-restringente. giusto per evitare corti o rotture dovute all'uso ripetuto nel tempo. Il cavo nero è di un alimentatore di un cordless Tele*om, che fanno talmente schifo che si rompono sempre e mi rifiuto di ripararli (così forse la gente la smette di comperare quelle ciofeche). Tre fili terminano su delle prese a molla, per comodità. Per i segnali: Nero - GND, Giallo SCL e rosso SDA.
Anche se le forchette sono troppo grandi per i pin degli integrati SOIC, posso sempre collegarle al volo a dei filetti saldati al chip. Non escludo in futuro di costruirmi delle basette in grado di portare su dei pin esterni i collegamenti agli integrati SOIC rimossi dalle schede. Sto già testando il tutto e l'interfaccia funziona a meraviglia. A breve, tempi  permettendo, i risultati degli esperimenti. Alla prossima.

P.S. Nuvole nere sullo stretto di Largo Italia.  Ripeto: Nuvole nere sullo stretto di Largo Italia.

venerdì 9 ottobre 2009

Motorola RAZR V3i - riparazione


Dopo l'attesa del cover e l'acquisto dei cacciaviti torx T3 e T4 (quest'ultimi non proprio di facile reperibilità), mi sono deciso di aprire il Motorola RAZR V3i che mi era stato consegnato tempo fa con la solita frase di accompagnamento..."...vedi se riesci a fare qualcosa....". Un'amica della mia compagna, in occasione di un incontro serale, mi prega di dare un occhiata al telefonino che le aveva regalato il marito (defunto da poco purtroppo). E' un ricordo e non posso proporre la rottamazione in nome del recupero dei componenti funzionanti, devo "per forza" riuscire a ripararlo. L'apparecchio non è proprio da buttare, è un modello che ancora oggi è quotato più di cento - centocinquanta euro, e non meno di settanta - ottanta se usato, per cui occorre contenere la spesa al di sotto di quella cifra, anche se è un ricordo che va conservato. Il sintomo di guasto è la mancanza dell'audio in ricezione. Per il resto è perfetto, a parte i due gommini di protezione delle viti frontali che mancano, pesanti tracce di fondotinta (anche all'interno), il flip display che "balla".

Sicuramente è caduto a terra. Da una prima analisi, il frontale apribile si muove in modo che sembra manchi una delle due cerniere, per cui ordino immediatamente un cover completo per sostituire un copri cerniera minuscolo (che non viene fornito separatamente). Come da mia abitudine, il cover ordinato è di colore diverso, blu metallizzato contro l'antracite originale. Mi piacciono infatti i cellulari bicolore, personalizzati che escono dagli "schemi". L'apertura non è particolarmente impegnativa, basta procurarsi il manuale di disassemblaggio e con un pò di manualità, l'attrezzatura adatta ed un pò di pazienza si riesce di ridurlo ai minimi termini. La parte critica è rappresentata dal display. 4 Flat ribbon e tre gruppi di pulsanti laterali incastrati. Per togliere quest'ultimi, occorre fare attenzione a non scollare i gommini di ritorno dei tasti,  che se si staccano è un pò difficoltoso re-incollarli. Per le parti da staccare, cui il manuale raccomanda di tenere attaccata al pezzo la colla, è quasi impossibile non lasciare la parte adesiva sul contenitore. Si può provare a scaldarla con un phon in modo da ammorbidirla, senza surriscaldare troppo l'elettronica. Se non si riesce a tenerla attaccata al suo posto, si può provare a ripristinarla con i rotoli dispenser di colla "pritt" in nastro, del tipo non permanente ovviamente. Quando si fanno saltare le clip di aggancio, "prendere" con le pinze quanto riportato nei manuali. A volte occorre fare un pò di forza e se non si capisce come le parti sono agganciate, basta osservare il cover smontato ed ispezionare come sono fatti i punti di aggancio. Può facilitare molto le operazioni ed evitare rotture indesiderate. Dopo aver smontato anche la cerniera e ridotto veramente ai minimi termini l'apparecchio, salta all'occhio il probabile inconveniente. Il flat di collegamento dell'elettronica al flip apribile è composto da tre strati di ribbon ognuno con i propri conduttori.

Ad un ispezione attenta, si nota che il ribbon centrale è spezzato ed in particolare impedisce la connessione di due fili. Se si guarda la foto attentamente, si vede chiaramente. La causa è sin troppo ovvia. La rottura della cerniera, di un pezzettino di plastica di pochissimi centesimi di valore, ha prodotto, come conseguenza dovuta all'utilizzo quotidiano in condizioni "fuori specifica", la rottura "per fatica" del flat.
Quel cavo è collegato alla tastiera a membrana (protetta da un cover metallico che fa da tastiera vera e propria) incollata al supporto plastico del telefono. Dato che è rotta, si può "scollarla" senza tante precauzioni e sostituirla con una di nuova, già ordinata su ebai per 10 euri, ovviamente all'estero altrimenti ad ordinarla qui occorre pagarne altrettanti solo di spedizione. Il problema nella rimozione di quel tipo di tastiera è la possibilità di piegare accidentalmente le "cupole" metalliche che fanno da tasto e che producono il "click" tipico. Se queste cupole si piegano all'interno, è meglio sostituire tutta la tastiera divenuta così inutilizzabile.
Ora resto in attesa del pezzo, sperando arrivi in fretta, altrimenti mi dimentico la sequenza di rimontaggio dei pezzi sparpagliati sul tavolo del laboratorio :-) Spero proprio di riuscirci, più che altro per soddisfazione personale che altro. Sono due ore di lavoro e 20 euro circa di materiale. A chiederne 40 o 50 non è poi così malaccio se si pensa che un centro di assistenza autorizzato (che deve ovviamente mantenere il negozio con tasse, pizzi e balzelli vari) ne potrebbe chiedere poco meno del triplo. Unico neo i tempi di attesa delle parti di ricambio, sopportabili dal fatto che ormai le persone hanno tre o quattro apparecchi a testa e se se ne rompe uno c'è sempre quello di scorta. Se penso ai tempi in cui sono stato fra i primi ad acquistare un motorola star-tac, il modello con display a led rossi, pagato all'epoca 2 milioni di vecchie lire (cash...allora si che ero ricco!), mi viene da ridere. Il cellulare allora sì era uno status symbol, in realtà una fesseria per persone che ostentano per mascherare la propria pochezza d'animo (sic!). Alla prossima.

P.S. Sono più fesso che intelligente. Ripeto:Sono più fesso che intelligente.

giovedì 1 ottobre 2009

Autopsia di una mother board


Oggi, solito giretto da un Collega ed il bagagliaio dell'auto accoglie l'ennesimo PC salvato da mani avide pronte ad avvelenare l'ambiente e guadagnare dai falsi bisogni percepiti. L'obsolescenza percepita e programmata sono due bestie capaci di condizionare anche i più attenti. "Cos'ha questo PC?" chiedo. "Boh...si accende". Non importa. Vediamo cosa possiamo fare. Corsa in laboratorio e primo test. Effettivamente il PC si accende ma è morto, non dà segni di vita. Si procede quindi con la dissezione dei componenti, separati per lo smaltimento consapevole, accompagnata dalla gioia di aver recuperato un masterizzatore DVD dual layer... mi mancava. Le parti elettroniche vanno esaminate a parte: partiamo dalla mother board. Non serve un occhio esperto per capire cosa c'è che non va. Quattro condensatori elettrolitici sono "esplosi". La parte superiore che presenta un rigonfiamento nella capsula metallica, è aperta, fessurata nel punto di rottura programmato (un taglio a croce). Non ho alcun elemento certo per dirlo ma mi sento autorizzato ad ipotizzare che quel taglio faccia parte delle soluzioni per programmare la rottura (dopo un tempo preciso) dei componenti elettronici ed alimentare i consumi. Obsolescenza programmata da qualche mente malata che andrebbe o curata o eliminata dal pianeta. La cosa ha funzionato. Infatti l'utilizzatore per 4 condensatori guasti (valore pochi centesimi) ha buttato tutto il PC (TUTTO!) per prenderne uno di nuovo. Complimenti inquinatore di mer*da!. Da parte mia, di riparare una vecchia mother board pentium III senza scheda di rete nemmeno a parlarne. Sicuramente, dato che il guasto sembra localizzato nei pressi dell'alimentazione a 3.3 volts, c'è anche qualche altro componente da sostituire e non ne vale proprio la pena, considerato che ne ho altre di mother board in attesa di diventare dei server. Ma allora che ci faccio? Facciamo un elenco di alcuni componenti che potrebbero essere recuperati e ri-utilizzati in qualche esperimento o applicazione.
1 processore AMD K71200T266 (MB MSI K7 Pro2 Ver.1 Via technologies)
1 batteria al litio da 3V CR2032. Per il PC che campeggia in laboratorio è una manna dal cielo in quanto la sua è scarica e doveva essere sostituita.
Connettori USB, un dissipatore in alluminio, connettori audio, connettori a pin, ventola della CPU a tre fili ed altre parti meccaniche sempre utili per chi sperimenta, progetta, ricerca...
Per la parte elettronica:
W83601R: Winbond Electronics General Purpose Input/Output IC con SMBus (I2C) provvisto di 15 pin General purpose di ingresso uscita (GPI/O)
SC1155CSW: PROGRAMMABLE SYNCHRONOUS DC/DC HYSTERETIC CONTROLLER WITH VRM 9.0 VID RANGE della Semtech
SC1101CS: VOLTAGE MODE PWM CONTROLLER della Semtech
Due SUB70n03-09P N-Channel MOSFET da 30Volt 75 Ampère (Tj 175°C) ottimizzati per il PWM (pulse with moulation in applicazioni switching) della Vishay
Due SUB75n03-07 N-Channel Mosfet da 30Volt 75 Ampère (a 25°) con temperatura di giunzione supportata sino a 175°C Rdson 0.007 ohm
PBYR1025D: Diodo Schottky (fast) 25V 10A della Philips
Due PHD45N03LT: TrenchMOS(TM) logic level FET della Philips N-channel logic level field-effect power transistor 25V 40A
GD75232: Doppia seriale RS-232 (Drivers And Receivers) della Texas Instruments
ATF16V8B Atmel 250 gate electrically erasable PLD, 20 pins, standard power, 5V High- Performance Flash PLD
74F245: Octal Bidirectional Transceiver with TRI-STATE Inputs/Outputs
74F157A: Quad 2-Input Multiplexer Fairchild Semiconductor
74F244: Octal Buffers/Line Drivers with 3-STATE Outputs
Oltre a questi componenti dobbiamo recuperare almeno 4 induttanze avvolte su ferrite tonda (perfette per la realizzazione di alimentatori switching), una cicalina elettronica, condensatori vari, reti resistive e,condensatori, diodi, resistenze smd, un porta batteria, tre quarzi. Non sono riuscito a trovare il componente che fa da sensore di temperatura... tempo fa li mettevano a parte, mentre non so se oggi sono incorporati nel processore...può essere? Boh, devo ancora approfondire. Non c'è nemmeno l'ombra dell' RTC Real time clock... forse sono nei componenti che non sono riuscito a decifrare.
Ed ora? Procedo  con la dissaldatura (rimane provvidenziale il dissaldatore ad aria calda fai da te che mi sono costruito qualche post fa). I componenti di più facile ri-utilizzo sono i mosfet di potenza, per pilotare carichi "pesanti" in accoppiata ad un microcontrollore (magari per miniaturizzare il controller del motore stepper in attesa di essere terminato). Le induttanze, assieme ai condensatori low ESR, vanno  bene per realizzare degli  alimentatori switching. Per i transceivers... ci devo pensare un pò, non li ho mai usati nelle mie applicazioni hobbistiche ma prima o poi... Interessante il W83601R con 15 uscite bidirezionali programmabili via I2c... qualche applicazione la trovo di sicuro. Alla prossima.

P.S. Il merlo si impenna ed alla volpe piace l'uva. Ripeto: Il merlo si impenna ed alla volpe piace l'uva.