P.S. pecore e zerbini tappezzano. Ripeto: pecore e zerbini tappezzano.
diario sporadico, ipotecnologico, impreciso, pressapochista, scorretto, inutile e minimalista di un sedicente hacker informatico stagionato, bugiardo, logorroico, ignorante, incompetente, polemico, analfabeta, taccagno, egocentrico, smanettone, egoista, sociopatico, anaffettivo, demente, bipolare, autistico, asociale, refrattario, paranoico, psicoleso e mentalmente disturbato
P.S. pecore e zerbini tappezzano. Ripeto: pecore e zerbini tappezzano.
...e già che c'ero, dopo la rigenerazione della macchina del pane (Princess mod.152006), con sostituzione guarnizioni, boccole, perni, cinghia, rondelle in PTFE e riverniciatura della camera di cottura, mi viene proprio la voglia di raccogliere la sfida e riparare anche il cestello per la cottura del pane.
Già, quello in dotazione è proprio andato, distrutto, disintegrato. Il perno che trascina la pala impastatrice si sfila da solo, il cestello perde e di utilizzarlo manco a parlarne... usuratissimo oltre ogni limite. Una rapida ricerca in rete e nessuno ad oggi sembra si sia cimentato a documentare la riparazione, per cui tocca mettere a frutto esperienza, manualità, fantasia e coraggio di affrontare anche questa sfida (senza tutorial come spesso mi accade), col rischio di rompere tutto e dover spendere circa più di trenta euri, per tre (tante sono le macchine da rigenerare e revisionare).
Fase3 - pulizia della parte esterna del cestello. Questa operazione è facoltativa se si è sempre proceduto con un lavaggio accurato dopo ogni utilizzo. Da dire però che rimuovere ad ogni uso l'ingiallimento richiederebbe l'utilizzo in quantità industriale di prodotti che non si trovano poi così a buon mercato. Ho optato per una bomboletta di Fornet spray SCHIUMA. Si spruzza, si lascia agire e poi si strofina per bene, ripetendo eventualmente l'operazione se necessario più volte in caso di sporco ostinato. Con una spugnetta leggermente abrasiva si possono ottenere dei buoni risultati.
Fase 4 - riverniciatura (se necessario) del cestello. Per la parte esterna si può optare per la stessa vernice utilizzata per la camera di cottura, documentata nel post precedente. Per la parte interna (non necessaria nel mio caso) occorre procurarsi della vernice food grade, garantita per i contenitori destinati agli alimenti e contemporaneamente che resista ad alte temperature. Con un pò di pazienza si trova qualcosa ma dai costi non proprio accessibili.
Fase 6 - test di tenuta. Si riempie il cestello di acqua e lo si appoggia su della carta assorbente per mettere in evidenza eventuali perdite. Per essere sicuri si può procedere anche con inserire il cestello nella macchinetta ed avviare un programma per impastare e verificare la tenuta dell'anello in silicone nel quale gira il perno. Come scrupolo finale si procede con una simulazione di cottura (solo ACQUA), anche per "cuocere" il silicone e la vernice ed eliminare le ultime sostanze volatili (e pussolenti)
Fase 7 - festeggiamenti (solo in caso di esito positivo). Ci si dà delle pacche sulle spalle, ci si auto complimenta (tanto i proprietari non hanno idea che sei bravo), si riflette sul livello di autostima che sale verso vette sulle quali in pochi riescono a salire. A conti fatti per ogni cestello ho speso cica 10 euri, trenta in tutto, mooooolto meno dei quasi 100 euri che avrei speso prendendoli nuovi.
Conclusioni: che dire? sono soddisfatto, ho accumulato ulteriore esperienza che credo non verrà mai utilizzata da quegli unani che preferiscono buttare e comperare il nuovo. Da dire che le macchinette per il pane riscuotono un certo successo per un breve periodo e spesso vengono riposte in qualche anfratto per pigrizia, dato che il pane lo trovi al supermercato, già cotto, pronto da consumare e dura mlto di più di quello fatto in casa (dio solo sa cosa ci mettono per farlo restare ancora morbido dopo 10 giorni). Se siete insoddisfatti della vostra o non utilizzatela, valutate di regalarla a me che so come usarle. Grazie in anticipo. Alla prossima.
P.S. Le scarpe sono tutte destre, la camicia è asciutta da stirare. Ripeto: Le scarpe sono tutte destre, la camicia è asciutta da stirare.
Dai sintomi, si capisce che è solo un problema di cinghia (il motore gira ma la pala resta ferma), per cui vale la pena di pensare ad una rapida sostituzione a costo contenuto e continuare a panificare come non ci fosse un domani (ma anche per pizze, dolci e yogurt). Ordino le cinghie di ricambio su ebai e tutto orgoglioso aspetto che arrivino...semplice no?
Sembra facile ma... le sorprese che rendono questo intervento un evento mitico ed epico non mancano. Porto le due creature morte nel "lavoratorio", un bunker segreto non segnato nelle mappe ed al riparo da occhi troppo indiscreti, ed armato di buona volontà inizio pian piano a smontarle.
La camera di cottura la si deve far scorrere verso l'alto e sfilarla completamente. Non è un operazione facilissima in quanto, essendo costruita con un lamierino abbastanza sottile, occorre evitare che si deformi incastrandosi, essendo la tolleranza quasi a zero (è fissata sotto, sopra non deve lasciare fessure).
Per una delle due macchinette il difetto è evidente...la cinghia è strappata, ma per l'altra....la cinghia di trasmissione è leggermente usurata ma è uscita dalle pulegge dentate... come mai? Le pulegge sono flangiate, com'è possibile?
Un bullone autobloccante tiene in sede la puleggia grande, solidale al perno che all'altra estremità aggancia il cestello che contiene la pala. E' sufficiente svitarlo, occhio alle rondelle ed alla placchetta metallica e la ruota viene via senza difficoltà. Rimane così il perno con la parte terminale filettata. Verso la base porta perno c'è una rondella di fermo che va spinta via dal suo incavo in modo da liberare il perno. Quest'ultimo gira dentro una boccola in ottone (credo, potrebbe essere bronzo o rame, non sono riuscito a capire). Resta da togliere per ultimo il supporto del perno trascina pala, svitando tre viti accessibili nella parte superiore. Alla fine, tolto tutto, si resta così con la lamiera nuda, la base di supporto pronta da spazzolare e pulire per bene.
Bene, ottimo... con un difetto del genere, il 99% dei riparatori ufficiali rinuncia, ovvero avvisa il proprietario che costa più la riparazione che la macchinetta incassando però il diritto di chiamata. Ottima notizia per il capitalismo che ci vorrebbe tutti a consumare e buttare in un loop infinito. Ma io sono un ninja hacker e le sfide mi piacciono troppo. Decido di approfittare di questa occasione per tesare i miei limiti, raccogliere la sfida, impiegare il mio tempo per imparare e sviluppare sempre più delle abilità uniche, rarissime e mai monetizzate.
Lavaggio e ripristino. OK. si parte con spazzole,sgrassanti e prodotti specifici, non abrasivi, vernici e solventi vari.
Seconda operazione, si passa alla base metallica ed alle camere di cottura. Prima passata con fornet spray e 30 minuti di attesa a far sì che agisca. Una bella passata con paglietta e le macchie brune spariscono.
Quarta operazione: Si lava il tutto con l'acetone e si spruzza una vernice che resiste alle alte temperature, 800 gradi sono più che sufficienti in quanto con la cottura non si dovrebbero superare i 200/250 gradi.
Quinta operazione: Ed ora viene la parte più difficile... sostituire le boccole con due grandi paure 1) trovare le boccole di ricambio 2) togliere quelle usurate e inserire quelle nuove senza rompere nulla.
Trovare le boccole, ovvero un delirio. I cinesi te le vendono a sacchi per pochi spiccioli ma il problema è indovinare le misure giuste, ovvero diametro interno, esterno ed altezza. Ogni commerciante usa il proprio modo per classificarle e non si riesce a capire una sega. La mia ha un diametro interno di 8mm (indicata con una d minuscola o id inner diameter, un diametro esterno da 12mm (indicata con una D maiuscola o od outer diameter) ed un altezza di 14mm (L o H in alcuni siti). Quindi a me servirebbe una boccola che correttamente dovrebbe essere indicata come 8x12x14. Nei siti cinesi non è così ma sti deficienti non mettono nemmeno una didascalia nelle foto, ovvero ti fanno vedere la foto della stessa boccola (sempre quella) da 5 angolazioni diverse ma niente didascalia che ti indichi le misure...rinuncio, non mi va di litigare con i cinesi.
Decido di provare con le italiche "ferramente" (plurale di ferramenta), quelle che si sono digitalizzate, che hanno "lecommers".... un altro delirio peggio del primo. Descrizioni inutili o insufficienti, foto pietose o mancanti, richiesta dei dati completi della carta di credito (compreso il CCV), vengono più dubbi che certezze su cosa si sta acquistando ed il sospetto che deriva dalla richiesta del commerciante dei dati della carta di credito (preferibile se è il sistema di pagamento a chiedermeli, non il commerciante) alimenta la certezza che certi professionisti della truffa da me non avranno un centesimo. Opto quindi per un fornitore tedesco, ampio catalogo, configuratore di prodotto, vendita anche di un pezzo a privato... 3 minuti, scelgo una boccola di bronzo, l'acquisto è fatto e vaffanculo ai commercianti itagliani con le pezze al chiulo.
Quanto costa? Partiamo dal diritto di chiamata. Consiste nel corrispettivo che si deve pagare ad un tecnico per il semplice fatto che si sia recato presso il domicilio del cliente, in caso di guasti e malfunzionamenti del prodotto, a prescindere dal fatto che abbia eseguito o meno operazioni di riparazione sull'oggetto della chiamata. Nel mio caso è zero, sono un hobbysta non un tecnico. L'ammontare medio del diritto di chiamata varia a seconda di molti fattori e può variare dai 30 ai 170 euro a seconda dell'elettrodomestico. E' anche il caso di prevedere, se necessario, l'acquisto di un cestello nuovo. Le parti in movimento, usurate non garantiscono la tenuta dei liquidi.
La boccola: quelle in bronzo, mercato tedesco da multinazionale dei ricambi, dai 4 euro circa in sù, più spedizione. Se si scelgono quelle in bronzo auto lubrificate in grafite, si parte dai 12/13 euro circa (prezzo variabile in base alle misure) ma non credo valga la pena di spendere così tanto, anche se sono praticamente eterne.
Tempo di riparazione o rigenerazione: per la sola riparazione, fatta la dovuta pratica, massimo un ora solo per la sostituzione della cinghia ed una pulizia sommaria e grossolana. Per la rigenerazione le cose cambiano. Una giornata totale fra lavaggio, spazzolatura, rimozione di eventuali viti bloccate, verniciatura a due mani di base e camera di cottura con vernice speciale, estrazione ed inserimento della boccola, rimontaggio, imprinting e collaudo... a fare in fretta, molto in fretta, una giornata intera non di meno. Il costo medio della riparazione di un elettrodomestico è compreso tra 109,22 e 250,37 euro, con un costo medio di 179,28 euro. Ipotizzando una riparazione al risparmio in questo caso possiamo calcolare (un pò a spanne) un costo totale di 126 euro... senza le tasse ovviamente...comunque più del prezzo attuale della macchinetta... ma se si opta per il baratto tempo=cibo (o tempo x tempo) la convenienza è notevole (e fanchiulo ai maledetti soldi). Sono poco meno di 20 euro di parti di ricambio. Quanto calcolare la manodopera rapportata al cibo? dipende, non c'è una tariffa precisa. Il calcolo è demandato dalla capacità di negoziazione, dal livello di gratitudine del proprietario e dall'empatia che si innesca nel rapporto "cliente/riparatore". Fate voi e fate i bravi.
P.S. il topo è uscito e la rana gracida. Ripeto: il topo è uscito e la rana gracida.
Da anni appesa alla parete che sovrasta il basculante del garage, è arrivato il momento che una lampada solare con sensore di movimento muoia. Presa all'Aldi per non ricordo quanti euri, ha fatto il suo dovere per un pò, accendendosi diligentemente come luce di cortesia quel tanto che basta per camminare al buio senza inciampare sugli innaffiatoi, sbattere sull'ingombrante tubo di irrigazione da 30 metri ordinatamente avvolto alla parete, infilare la chiave nella serratura o ancora per illuminare la strada ai gatti del quartiere. Non ricordo se è ancora in garanzia (3 anni) ma si sà che per questi oggettini, non si conserva quasi mai lo scontrino e, se lo si conserva....., non ci si ricorda mai in quale anfratto della libreria è stato accuratamente riposto.
In realtà questo faretto a led da 6,4 watt non è quasto. Sente solo la vecchiaia. Il pannello solare è tutto opaco, la sua superficie è tutta screpolata compromettendo la sua trasparenza a garantire un ottimale illuminazione dal sole. Da dire poi che la parete ad est non riceve sole per tutto il giorno (come vorrebbero le specifiche...almeno 8 ore) per cui la sua batteria interna fatica già di suo a caricarsi al 100%... figuriamoci nel periodo invernale.
Ma a completare la sua morte prematura è la batteria interna che, a forza di essere sottoposta a cicli giornalieri di carica scarica, inevitabilmente perde efficienza e non riesce più ad illuminare in modo accettabile l'area sottostante.
Fortuna vuole che l'ingegnere "progettista" di questo aggeggio, abbia optato per una batteria 18650 Li-Ion (da 1200mAh), molto diffusa e facilmente reperibile, con tanto di alloggio. Credo infatti che la scelta sia ricaduta su questo "form factor" proprio per motivi di economicità a scapito della sua durata, dato che deve illuminare solo per quei pochi secondi sifficienti per scendere dall'auto ed aprire il basculante.
La mia proverbiale taccagneria obbligata da uno stato ormai perenne di assoluta povertà, mi suggerisce di riutilizzare delle batterie al litio recuperate da un pacco batteria di un vecchio computer portatile... funziona! Occorre solo apportare una piccola modifica. La batteria originale, estraibile dal classico alloggiamento con un contatto a molla è di quelle con la testa a tettina, mentre quelle del portatile hanno la testa piatta e non fanno contatto. Si può ovviare inserendo una lastrina di nikel o rame se si preferisce et voilà, lampada come nuova.
Per il pannello sto cercando una soluzione... pasta abrasiva diamantata per lucidature? forse sì. Il problema è che la superficie di plastica sembra cotta, non è sporca, per cui andrebbe delicatamente grattata, magari iniziando con carta vetrata ad umido per carrozzeria da 800, 1000, 1200 in su, forse ce la facciamo anche se credo che così in pieno sole si riesca a ricaricare la batteria senza troppi problemi. Vedremo.
P.S. il paguro non è a casa. Ripeto: il paguro non è a casa.